Nota metodologica

L’Osservatorio rileva le tariffe degli Oneri di urbanizzazione e le aliquote della IUC (IMU, TASI, e TARI) e dell’Addizionale IRPEF di 77 Comuni della Provincia di Brescia.

La rilevazione è stata avviata nel 2018, selezionando i Comuni in base alla combinazione di due indicatori: presenza sul territorio di almeno 2.500 addetti (Banca dati Asia ISTAT 2016) o di almeno 5 imprese associate all’Associazione Industriale Bresciana.

La rappresentatività dei 77 Comuni selezionati è quindi significativa sia rispetto al totale delle associate AIB che al numero complessivo di imprese (anche non associate AIB) presenti.

A fronte di una copertura del 37,6% del numero di Comuni del territorio bresciano, in quelli selezionati risiede oltre l’81% degli addetti totali e sono localizzate circa l’89% delle imprese associate (Tabella 1).

N° Comuni Popolazione Imprese Associate Dipendenti Imprese associate Unità locali
Registro Asla 2016
Addetti
Registro Asla 2016
Comuni indagati nel monitoraggio 77 936.433 1.193 54.615 85.205 346.705
Comuni esclusi dal monitoraggio 128 325.969 141 6.859 24.620 80.100
Totale comuni provincia di Brescia 205 1.262.402 1.334 61.474 109.825 426.895
% Comuni indagati su totale 37,6% 74,2% 89,4% 88,8% 77,6% 81,2%

Per ciascun Comune, sono state reperite le aliquote in vigore nell’anno di riferimento per l’IMU, la TASI, la TARI, l’Addizionale IRPEF e le tariffe degli Oneri di urbanizzazione, quest’ultimi rilevati a novembre 2018. L’Addizionale IRPEF non ha alcun impatto diretto sulle imprese, ma soltanto sulle persone fisiche; ciononostante è stata inclusa nell’analisi in considerazione del suo impatto diretto sui dipendenti delle aziende del territorio, fattore di attrattività considerato nelle decisioni di localizzazione.

Per confrontare il peso dell’imposizione fiscale nei singoli Comuni sono stati presi a riferimento e tipizzati due casi standard, un capannone industriale e un ufficio, localizzati in contesti territoriali analoghi, e sono stati calcolati i valori di ciascun tributo che queste aziende avrebbero dovuto pagare nel 2018.

Per ogni singola imposta è stata fatta una graduatoria dei Comuni, partendo da quello con maggiori oneri tributari per arrivare a quello più virtuoso.

Per definire i casi standard, sono state ipotizzate alcune caratteristiche necessarie per determinare le rendite catastali ai fini del calcolo dell’IMU e della TASI.

  1. Capannone industriale (categoria D7) localizzato in una zona periferica del Comune:
    • area complessiva di 10.000 mq;
    • superficie costruito di 5.000 mq;
    • anno di costruzione 1985;
    • altezza del capannone di 7 m;
    • presenza di montacarichi;
    • pavimentazione dei parcheggi di 250 mq;
    • resto della pavimentazione 2.000 mq;
    • recinzione di 400 m.

  2. Ufficio (categoria A10) in palazzina localizzata in una zona semicentrale del Comune:
    • superficie 500 mq;
    • classe catastale 2°;
    • anno di costruzione 1995;
    • vani 20.

L’onere complessivo, per IMU e TASI, deriva dal prodotto tra aliquota e base imponibile (rendita catastale). È necessario chiarire che l’aliquota è scelta dai Comuni, mentre l’ammontare della rendita catastale -coincidente con la base imponibile- è di competenza dell’Agenzia delle Entrate.

È stato, inoltre, ipotizzato, che il capannone industriale tipo produca rifiuti assimilati agli urbani per il calcolo della TARI.

La rilevazione delle tariffe della TARI 2018 ha riguardato soltanto 73 dei 77 Comuni mappati, in quanto 4 (Cologne, Erbusco, Paderno Franciacorta e Pian Camuno) applicano la tariffa puntuale o semi puntuale che non sono confrontabili con la TARI poiché calcolate non in base ai metri quadrati dell’immobile, ma in funzione dei rifiuti effettivamente conferiti.

Il calcolo dell’Addizionale IRPEF è stato eseguito ipotizzando un contribuente medio con 30 mila euro di reddito.

Ciascun tributo è stato singolarmente mappato. Successivamente, per ottenere una classifica finale, sono state aggregate le somme da pagare per tutti i tributi arrivando, così, all’imposizione fiscale complessiva per le imprese che vogliono localizzarsi con un immobile di nuova costruzione (che comprende anche gli Oneri di urbanizzazione) e per le imprese che sono già operanti sul territorio (che esclude, quindi, gli Oneri di urbanizzazione).